Terza tappa

Da Toscolano Maderno a Gargnano

Da Toscolano Maderno a Gargnano

 

1° tratto. Valle della Cartiere – Gaino (Segnavia N. 217/219)

Dalla fermata dei pullman a Toscolano, attraversato l’antico ponte in pietra, si percorre a ritroso la Valle delle Cartiere descritta nella precedente tappa, fino alla località Maina di sopra. Da qui si prosegue costeggiando il fiume raggiungendo la località Luseti, caratterizzata dalla presenza di una chiesetta settecentesca e di un’area attrezzata per la sosta. Poco prima del ponticello in legno che porta alla chiesa, l’itinerario prevede la deviazione su un sentiero segnalato sulla destra, che rimonta il pendio con decisione, portandoci sull’altipiano di Gaino, alle spalle della frazione (Q. 274 s.l.m.; h. 1,10).

2° tratto. Gaino – Fornico (Segnavia N. 219)

Da Gaino si segue la strada asfaltata che conduce verso le località Folino – Cabiana. Folino è costituita da un gruppetto di vecchie case separate da una unica strada che punta verso valle. Imboccato il viottolo, si scende, tenendo la sinistra al bivio successivo, per percorrere un sentiero che offre belle vedute sul pianoro sottostante e sul lago. Vigne e ulivi accompagnano l’escursionista per un lungo tratto: abbassatisi alle spalle della frazione Cecina, senza toccarla si risale sulla stradina detta La Scarpera fino alla località Cervano. Una possibilità ugualmente valida, e che evita di scendere per poi risalire, è quella di proseguire diritti di fianco a Cabiana per prendere poi  destra verso Cervano. Da questa località, caratterizzata da una antica cascina attrezzata anche come affittacamere, si prosegue sul bel terrazzo naturale e si seguono le indicazione per la chiesetta di Supina, raggiungibile operando una breve deviazione dalla strada principale. Da questa, proseguendo indifferentemente o sulla strada bassa oppure sul viottolo che si stacca alle spalle della chiesa, si prosegue in direzione nord-est, abbassandosi un poco fino a raggiungere la frazione Fornico (Q. 207 s.l.m.; h. 1,0; tot. h. 2,20).

3° tratto. Fornico – Musaga – Sasso (Segnavia N. 219/N. 237)

Seguendo la strada asfaltata ci si porta in poco tempo da Fornico  a Zuino, altra caratteristica frazione, e da qui si risale la ripida via Alpestre ( i locali la riconoscono però come via Cisternino). Senza abbandonare il segnavia N. 19, si raggiunge la via provinciale percorrendola in salita per qualche centinaio di metri, fino a raggiungere la stradina secondaria che si abbassa leggermente e che ci condurrà a Musaga, situata in posizione panoramica invidiabile. Sopra la bella frazione si staglia con evidenza su un colle una chiesa; ancora un breve ma impegnativo tratto in salita (segnavia N.37), in principio su strada, in seguito su percorso gradinato e fiancheggiato da cipressi, ed eccoci sul sagrato che si sporge verso il lago. La chiesa è dedicata a S. Antonio abate ed è condivisa con Sasso, l’altro paesino che è dislocato appena più a monte. Sasso ospita anche un piccolo bar ristorante, per cui, al culmine della salita, si può approfittare dell’opportunità per un gradito ristoro (Q.500 s.l.m.; h. 0,50; tot. h. 3,10).

4° tratto. Sasso-S. Valentino (Segnavia N. 231)

Per riprendere il cammino si attraversa il paese di Sasso percorrendo la strada mediana in direzione nord-est, giungendo ad una evidente ed antica fontana. Da questo punto inizia una mulattiera che, con percorso prima pianeggiante e poi decisamente in salita, ci condurrà fino all’eremo di S. Valentino. Il fondo a tratti selciato della stradina ci mostra i segni lasciati dalle slitte, usate in passato per lo scarico dei prodotti della montagna. A un primo tratto scoperto e tra gli ulivi , ne segue un altro più ombroso. La salita è impegnativa, ma dura solo una ventina di minuti.  A un primo spiazzo panoramico ne segue un altro in corrispondenza di una biforcazione. Se proseguiamo diritti raggiungiamo direttamente cima Comer, uno dei punti più panoramici del Garda (circa 1 ora e 15 minuti di cammino da qui). Per S. Valentino prendiamo invece a destra, scendendo ad attraversare una valletta, sulla quale si incontra un breve tratto scosceso ma non difficile. Il percorso, che poi torna a salire, è interrotto ad un certo punto da una porta che sembra chiudere il passo, sorprendendoci per l’inconsueta collocazione in un ambiente così selvaggio. Spingendola avvertiamo che stiamo entrando in un mondo del tutto speciale; il percorso a gradini risale  conducendoci a uno spiazzo contornato da cipressi e da una chiesetta bianca, posta nell’incavo della parete rocciosa strapiombante. Tutto è minuscolo: sia la cappella che l’eremo attiguo ci stupiscono per la semplicità e per la dimensione ridotta. Forse è un invito a guardare all’interno di noi stessi, a togliere tutto quello che può apparire superfluo. Per contro il paesaggio è grandioso, ed accentua ancor più questa ricerca del raccoglimento interiore. All’interno della cappella, pagine di diario raccolgono le impressioni dei visitatori che generalmente raccontano di questa profonda suggestione.  Per proseguire si offrono tre possibilità: ritornare sui propri passi fino a Sasso, risalire il canalone (con passaggi attrezzati riservati ad escursionisti esperti), scelta che ci porterebbe sul sentiero più in alto, che conduce al Comer, oppure discendere lungo il bellissimo percorso attrezzato che in un balzo ci porta in mezz’ora verso la sottostante località Pis (anche qui con passaggi non alla portata di tutti). (S. Valentino Q. 772 s.l.m.; salita in h. 0,40 da Sasso – discesa sempre a Sasso h. 0,30. In caso di salita al Comer e ritorno bisogna aggiungere almeno un paio d’ore).

5° tratto. Sasso – Gargnano (Segnavia N. 230)

Se da S. Valentino si torna direttamente a Sasso, alla fontana si prende la prima stradina a sinistra e seguendo il segnavia N. 230, continuando sempre in discesa, si raggiungono in successione le località Sisengla, Pis, Crocefisso ed infine Gargnano, punto di arrivo della seconda tappa.

Sisengla è il nome della località in cui è visibile una piccola cava, ormai in disuso. Giunti al bivio successivo si lascia a destra il segnavia N. 234 (conduce anch’esso a Gargnano, ma in maniera più diretta), per proseguire sul N. 230, lungo il sentiero che conduce alla località Pis, caratterizzata da uno sperone roccioso su cui si erge una villa ottocentesca in stile neogotico. La stradina che segue offre numerosi scorci panoramici e, scendendo, attraversa la strada asfaltata, percorrendola per un centinaio di metri. Da qui inizia via Crocefisso, storica strada che conserva a tratti il pavimento selciato e che, nella parte inferiore, si inoltra tra antiche strutture di limonaie, sfociando alfine in paese, nei pressi della chiesa parrocchiale.

Gargnano, posto direttamente sul lago, è paese molto accogliente e ben conservato. Chi intende sostare può trovare ospitalità presso varie strutture alberghiere; nel caso si preferisse tornare al punto di partenza, comodo è il collegamento offerto dagli autobus di linea (di giorno uno ogni mezz’ora). (Q. 68 s.l.m.; h. 0,50 da Sasso– tot. da Toscolano h. 5,30, compresa la salita a S. Valentino).

Copyright © Franco Ghitti

 

Alla quarta tappa

4- tappa

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